lunedì 17 novembre 2008

"Tartufo"

“L’Abruzzo è una terra ricca di lavoro e di passione, di storia e di ideali”. Con questa frase Gabriele D’Annunzio riassume in modo emblematico l’importanza della pastorizia all’interno del territorio abruzzese che a tutt’oggi mantiene intatte le sue tradizioni gastronomiche. Pastorizia ed agricoltura sono attività ancora ben sviluppate e la gastronomia propone gusti forti e genuini, la cucina è robusta nei sapori. Dominano nei piatti abruzzesi aromi e spezie tra cui lo Zafferano e il Tartufo. L’Abruzzo è una delle regioni italiane più ricche di tartufi. Nel territorio se ne contano almeno28 varietà. Il 15% della produzione è dato dal tartufo bianco, un terzo proviene dal tartufo nero considerato il "diamante nero" della cucina abruzzese, mentre il tartufo scorzone o d’estate copre il resto della produzione. Tipico della zona costiera è il tartufo bianchetto. Va da sè che valore e pregio del ricercato fungo sotterraneo, variano in base alla grandezza e regolarità delle forme; grande importanza assume il periodo in cui sono raccolti: gli intenditori sostengono che i tartufi migliori sono quelli raccolti in dicembre, durante il periodo di luna calante. Se oggi il tartufo dà un sapore spiccato a salsicce, oli aromatizzati, pecorini stagionati, oltre che entrare da protagonista nel condimento di piatti raffinati ed esclusivi, non va dimenticato che per i pastori abruzzesi, l’impiego del tartufo come caglio nella lavorazione del pecorino, ha rappresentato tradizionalmente una tecnica di produzione artigianale. Sapori e odori intensi e inconfondibili, quelli dei tartufi abruzzesi, che meritano un posto di invidiabile primato nel panorama delle produzioni italiane di qualità.

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